INVIDIA: LA TEORIA DEFINITIVA

SOMMARIO
Stabilito che la parola “invidia” ha senso solo se usata per riferirsi al comportamento e non alle convinzioni dell’invidioso, ho qui descritto tutte le manifestazioni dell’invidia per mezzo della Matrice della Simpatia, nell’approssimazione che le persone siano in buona fede. Questo mi ha permesso di riconoscere come causa fondamentale dell’invidia un preciso stato d’animo che ho chiamato Superba Insicurezza. Quindi ho elaborato un modello per calcolare l’intensità dell’invidia in base a tre grandezze: la superbia dell’invidioso, l’insicurezza dell’invidioso e la distanza dell’invidiato. Ho chiamato questo modello Legge dell’Invidia Universale.

1. CHE COS’È L’INVIDIA?
Invidioso è chi si comporta da invidioso. Non importa che motivazioni abbia e come giustifichi il suo comportamento: se uno si comporta da invidioso è invidioso, così come è pazzo chi va in giro senza mutande a leccare le rotelle dei cassonetti, sia che lo faccia perché convinto di essere un barboncino sia che lo faccia per semplice provocazione. Ciò che definisce una persona è il suo comportamento, non le sue motivazioni, e il comportamento dell’invidioso consiste nel:
1) Parlare sempre volentieri dei propri successi.
2) Ascoltare malvolentieri i successi altrui.
3) Non parlare mai dei propri insuccessi (non esistono).
4) Ascoltare molto volentieri gli insuccessi altrui facendo tante domande e fregandosi continuamente le mani.
5) Accanirsi nel criticare gli altri con rabbia e gioia allo stesso tempo (come un cane che si gratta).
6) Non sopportare le critiche.
7) Cedere facilmente alle lusinghe.
8) Ostentare indifferenza verso i successi altrui, che non è la stessa cosa che essere indifferenti ai successi altrui. Questa è l’indifferenza:


Mario si è preso la Porsche.

Oddio, spero sia curabile.

È una macchina.

Ah, okay.


Questa invece è l’ostentazione dell’indifferenza:


Mario si è preso la Porsche.

Perché lo dici come se me ne dovesse fregare qualcosa?


In sintesi gli invidiosi sono quelle persone che quando hanno a che fare con ciò che ritengono, a torto o a ragione, un successo o un insuccesso proprio o altrui reagiscono secondo la seguente tabella, detta Matrice della Simpatia (Si,j)


Chiedersi perché una persona si comporti secondo la Matrice della Simpatia può essere importante per capire cosa la induca a essere invidiosa, ma non per stabilire se è invidiosa o no, perché l’invidioso è proprio chi si comporta secondo la Matrice della Simpatia.

2. PERCHÉ UNA PERSONA SI COMPORTA SECONDO LA MATRICE DELLA SIMPATIA?
Di sicuro non perché lo ha deciso, altrimenti ogni invidioso sarebbe consapevole di essere invidioso e potrebbe sforzarsi di non darlo a vedere, invece gli invidiosi sono sempre così plateali che fanno quasi tenerezza (quasi). Quando l’invidioso dice che la Porsche di Mario fa schifo perché è un modello vecchio, il bianco si sporca subito e dietro si sta stretti, è sincero, non sta mentendo per nascondere il fatto che in realtà venderebbe tutte le madri a sua disposizione pur di avere un tergicristallo della macchina di Mario, quella macchina gli fa veramente schifo e i difetti che dice sono reali, almeno per lui, cioè sono tali da trasformare un potenziale successo altrui in un effettivo insuccesso, ma ciò non toglie che sia invidioso, e la dimostrazione è che nell’elencare quei difetti prova un grande piacere:

S2,2 = >:)

Se poi arriva Luigi e fa presente che Mario si è appena schiantato a duecento all’ora contro un panzer dei carabinieri, l’invidioso si lascerà scappare un gridolino di piacere e il suo interesse per la carcassa della Porsche di Mario aumenterà improvvisamente:

S4,2 = :D

Dopodiché inizierà a dire che con la sua 500 Abarth una cosa del genere non sarebbe mai successa

S1,1 = :)

E così via.
L’invidioso si comporta come si comporta non per un subdolo stratagemma, ma per la sua convinzione di essere il migliore unita alla paura di non esserlo. Solo la nefasta unione di questi due sentimenti opposti (superbia e insicurezza) permette di capire perché l’invidioso si comporti in un modo così straordinariamente simpatico. Per rendersene conto basta prendere uno per uno gli elementi Si,j e vedere come tutti si spieghino facilmente in termini di una Superba Insicurezza. Per esempio S1,2:
- X si sente superiore a Y.
- Y ottiene un successo personale.
- X ritiene di avere ottenuto successi molto più importanti, ma ha paura che Y possa montarsi la testa e magari addirittura pensare di non essere inferiore a X (le persone insicure sono sempre molto preoccupate dell’opinione altrui).
- X deve far capire a Y nel modo più chiaro possibile che a lui quel successo non interessa.
- :|

3. PERCHÉ L’INVIDIA È INCONSAPEVOLE?
Le persone che dicono apertamente di essere invidiose in realtà non lo sono, stanno solo facendo un complimento al supposto invidiato. Un invidioso non direbbe mai di essere invidioso, e non perché non voglia ammetterlo, ma perché non sa di esserlo. Questa inconsapevolezza è dovuta al fatto che la Superba Insicurezza è uno stato d’animo, non un ragionamento, e come tutti gli stati d’animo non è mai una scelta ma una cosa che capita, e soprattutto è selettiva: quando un invidioso giudica un’altra persona lo fa sinceramente, ma sempre con la speranza di trovare dei difetti e la paura di trovare dei pregi (cioè il contrario di quando giudica se stesso), quindi è inevitabile che nel giudicare gli altri troverà sempre molti più difetti che pregi, per il semplice fatto che è molto più facile trovare quello che ci rende felici che quello che ci rende tristi. In sintesi l’invidioso non si sente invidioso per due motivi: primo, non ha mai deciso di esserlo, secondo, non desidera ciò che invidia, ma sinceramente lo disprezza o lo ignora.

4. LEGGE DELL’INVIDIA UNIVERSALE
La forza (F) con cui l’invidioso invidia una persona a distanza r può essere espressa dalla legge


Ciò significa non solo che una persona è tanto più invidiosa quanto più è superba e insicura, ma anche che l’invidia può essere forte tanto in una persona molto superba e poco insicura quanto in una persona poco superba e molto insicura, solo che saranno due tipi di invidia diversi: nel primo caso (superbia>insicurezza) spiccherà l’indifferenza, nel secondo (superbia<insicurezza) spiccherà il disprezzo.
Il fatto che F dipenda dall’inverso del quadrato di r significa che l’invidia, a parità di superbia e insicurezza, è tanto più forte quanto più la persona invidiata è vicina (amici, colleghi di lavoro, vicini di casa, eccetera) e tende rapidamente a zero man mano che il potenziale invidiato è meno presente nella vita dell’invidioso, cioè meno minaccioso per la sua autostima.


L’invidia si rivolge verso le persone che si vedono tutti i giorni in ascensore o con cui ci si accapiglia alla macchinetta del caffè, non verso i Presidenti del Consiglio. Un Presidente del Consiglio può essere invidiato solo da chi ambisce alla Presidenza del Consiglio, non dalle persone che lo insultano per strada. Queste, può star tranquillo, lo disprezzano genuinamente.
Si noti incidentalmente che per r = 0 si ha l’apparente paradosso di una persona che prova un’invidia infinita per se stessa. In realtà non si tratta di un paradosso, ma della migliore definizione esistente di egolatria (a parte ovviamente quella del dizionario).
Infine osserviamo che, sempre in base alla Legge dell’Invidia Universale, esistono tre tipi di persone che non provano invidia per nessuno (F = 0):
1) Gli sbruffoni (superbia ≠ 0, insicurezza = 0).
2) I complessati (superbia = 0, insicurezza ≠ 0).
3) I saggi (superbia = 0, insicurezza = 0).

5. CONCLUSIONI
Questa teoria è importante non solo perché chiarisce finalmente come mai sia più facile essere apprezzati dagli sconosciuti che dagli amici, ma soprattutto perché, grazie alla Matrice della Simpatia, permette a chiunque di rendersi facilmente conto se sia invidioso oppure no. Per farlo basta porsi alcune semplici domande: sgocciolo di rabbia a ogni minima critica? Vado in letargo appena qualcuno viene elogiato in mia presenza? Godo nel parlar male degli insuccessi altrui? Eccetera. In questo modo ognuno potrà evitare spiacevoli figuracce a sé e inutili supplizi agli altri, contribuendo così attivamente a far diventare il mondo un posto dove tutti possano finalmente rendersi conto, serenamente e senza traumi, di non essere niente di speciale.