POLCHINSKI A VARESE

Come non mi stancherò mai di ripetere, lunedì 4 aprile sarà online il primo episodio di Polchinski (lunedì 4 aprile sarà online il primo episodio di Polchinski). Se però qualcuno non sta più nella pelle, può vedere tutti gli episodi in anteprima sabato sera, 2 aprile, a Cortisonici, il festival di cortometraggi di Varese. La proiezione sarà al Cinema Nuovo a chiusura del festival.
Perché proprio Cortisonici? Perché è uno dei festival più interessanti e divertenti che ci sono in Italia, dove per esempio può capitarti di scoprire cose come questa, e poi perché sono gli unici ad avermi contattato.
Ho già detto che lunedì 4 aprile sarà online il primo episodio di Polchinski?

BARBONI

SCIE CHIMICHE: MI DEVO RICREDERE, È TUTTO VERO

A convincermi è stato un amico che di mestiere fa il pilota di linea. Per ovvi motivi non posso dire il nome, lo chiamerò semplicemente “Qualcuno”. Come sempre succede, a farci cambiare idea non sono le argomentazioni ma la fiducia nelle persone che ci somigliano.
Qualcuno non ha mai scherzato volentieri sulle scie chimiche, cosa che io ho sempre interpretato come una sua assuefazione all’argomento: con il mestiere che fa, pensavo, chissà quante battute si dovrà sorbire. Invece il motivo era un altro: si sentiva in colpa. Qualcuno mi ha detto che chi fa il suo mestiere ha costantemente a che fare con le scie chimiche, anche se lui e i suoi colleghi non le chiamano “scie chimiche” ma “aerosol”. Lì per lì pensavo che stesse scherzando, ma poi me l'ha giurato sulla cosa più cara che ha al mondo: la licenza di volo. Mi ha confidato che di tanto in tanto, senza nessun motivo apparente, gli viene ordinato di scendere a quote inferiori a quelle su cui viaggiano normalmente i voli di linea. Nient’altro, solo questo. È vero che nessun membro dell'equipaggio ha mai potuto osservare direttamente il rilascio di sostanze nel cielo, ma solo perché dall’interno dell’aereo è praticamente impossibile.
Qualcuno mi ha fatto capire che molte delle obiezioni contro l’esistenza del complotto delle scie chimiche hanno in realtà risposte molto semplici. Ne dico brevemente alcune.

Come si può tenere segreto un complotto così vasto?
In realtà i dettagli del complotto sono segreti anche a chi ne fa parte, perlomeno ai livelli più bassi. Nessuno conosce il piano nella sua interezza, ma ne conosce solo quella piccola parte che compete alle sue mansioni. Qualcuno, per esempio, sa solo che in certe occasioni e per un certo intervallo di tempo deve scendere a bassa quota, a volte anche sotto i tremila metri, ma di tutto il resto non sa niente: non sa chi faccia partire e interrompa l’aerosol, non sa quali sostanze vengano disperse in cielo e non sa nemmeno quale sia lo scopo preciso di questa attività. Qualcuno conosce solo il suo piccolo compito e ne ricava i vantaggi che dirò fra poco.

Perché produrre scie così evidenti se si vuole mantenere il segreto?
Per confonderle con le normali scie di condensazione. Paradossalmente attirerebbe più attenzione una scia aerea poco evidente ma strana, che una scia evidentissima ma identica a una comune scia di vapore acqueo.

Come può una così grande quantità di gas stare tutta nei serbatoi di un aereo?
Se le scie chimiche fossero scie di condensazione, il materiale necessario a produrle occuperebbe un volume così grande da non poter essere contenuto in tutto l’aereo. Giusto, ma le scie chimiche non sono scie di condensazione, lo sembrano e basta. Una volta emesse potrebbero avere una densità molto inferiore a quella del vapore acqueo, in modo da occupare lo stesso volume di cielo con una massa molto inferiore. È come se si vedesse un uomo che solleva un blocco di cemento: come fa? Semplice, è polistirolo dipinto come cemento.

Com’è possibile che chi sparge queste sostanze sia disposto a danneggiare anche se stesso?
Questa è forse l’obiezione più comune. Il fatto che sembri così sensata è in realtà dovuto alla grande confusione che esiste intorno alla scie chimiche. Qualcuno sospetta che questa confusione sia provocata deliberatamente da alcuni sedicenti paladini della controinformazione, gente che in realtà mette in giro di proposito informazioni palesemente assurde per rendere poco credibile la teoria e screditare chi denuncia quello che sta succedendo. Una di queste false informazioni, forse la più famosa, è che l’obiettivo delle scie chimiche sia il cambiamento del clima, come se bastasse spruzzare qualche sostanza di tanto in tanto nell’aria per cambiare il clima di un intero pianeta. In realtà l’obiettivo è l’essere umano. Quali che siano le sostanze che vengono sparse nell’aria, vengono sparse perché siano respirate dagli esseri umani. Qualcuno non sa quale sia lo scopo di tutto questo, ma una cosa certa che sa è che lui, come chiunque altro prenda parte a questa attività, viene “invitato” ad assumere dei non meglio precisati farmaci che gli vengono forniti dalla sua compagnia aerea. Li chiamano “integratori”, ma in realtà sono farmaci che lo proteggono dagli effetti delle sostanze che vengono sparse in cielo. Chi fa parte del complotto non è per niente disposto a danneggiare la propria salute, anzi è proprio il prenderne parte che gli dà il vantaggio di non doverne subire le conseguenze.
Per tutti gli altri, invece, c’è un solo modo per non essere contaminati: non respirare queste sostanze. Per questo motivo invito tutti coloro che comprendono la gravità del problema a mettersi un sacchetto di plastica in testa e legarlo stretto.

FIORI

LO SPAM È L’ANIMA DEL COMMERCIO

Non ho niente contro il commercio. In molte sue manifestazioni il commercio mi piace. Mi piacciono i banchi del mercato, le vetrine delle rosticcerie, mi piace curiosare fra gli scaffali delle librerie anche se non compro niente, mi piacciono i supermercati molto grandi e ogni tanto mi piace passare il sabato pomeriggio al centro commerciale. Non disprezzo i soldi e non trovo che la mercificazione di tutto sia un male, ma una grande comodità. Quello che non mi piace è lo spam, soprattutto in quelle sue forme abbellite e ricercate che vengono eufemisticamente chiamate pubblicità. In realtà è spam.
Io ho sempre odiato la pubblicità, in particolare quella in tv, e non ho mai capito come una roba del genere possa invogliare la gente a comprare quello che pubblicizza. Ricordo quando da piccolo me ne stavo sul divano a guardare Star Trek con la mia granita alla menta, facendomi domande di un certo spessore su nuovi mondi, altre forme di vita e civiltà, e proprio quando stavo per arrivare là dove nessun bambino era mai giunto prima, ecco che arriva un rompipalle che vuole vendermi un dentifricio. L’unico desiderio che mi faceva venire uno così non era comprare il suo dentifricio, ma, molto più semplicemente, ammazzarlo.
Mi sembra normale. Supponi di essere a letto con tua moglie o un suo succedaneo e all’improvviso ti entra in casa uno travestito da dentista, che fa simpaticissime facce da dentista e che vuole darti dei consigli da dentista. Cosa gli fai? Lo ammazzi. Non ho mai capito le persone che trovano tutto questo normale o addirittura divertente. Divertente? Come si fa a trovare divertente l’invadenza? È come se agli Uffizi i quadri di Botticelli ruotassero su se stessi ogni trenta secondi per mostrare la foto di un dentifricio.
Uno spot può anche essere divertente, originale e tutto quello che vuoi, ma alla fine si tratta sempre di un rompipalle che vuole venderti un dentifricio, in un momento in cui non vuoi comprare nessun dentifricio e soprattutto facendo finta di non volerti vendere un dentifricio. Chi lo trova divertente, forse troverebbe divertente anche un calcio nelle palle.
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